Domani pomeriggio c'è il gay pride nella mia città.
Solite polemiche di piccolo cabotaggio: l'Università non doveva dare il patrocinio, facciamo una family day riparatorio, eccetera.
La maggioranza silenziosa mugugna silentemente. Queste sono carnevalate, folclore esibizionista e un po' volgare. Facciano quel che vogliono, ma perchè esibirsi in maniera così plateale? Di diritti, gli omosessuali, ne hanno più degli altri.
I progressi oggettivi nei diritti delle persone con orientamento sessuale diverso da quello naturale (sì, naturale) non possono far dimenticare una storia recente di discriminazione, umiliazione, violenza, dolore.
E allora si spiega l'orgoglio. L'orgoglio di averle sapute affrontare, come comunità e soprattutto come singole persone, in nome dell'amore e soprattutto della volontà di essere se stessi.
Per questo non mi dispiace, che la mia città ospiti questo corteo e quello che c'è intorno, e spero sappia farlo con la stessa civiltà con la quale ha esaudito il desiderio di Eluana.
Non alieno da ironizzare su tutto, comprese le tendenze (omo)sessuali, aspetto il momento in cui una battuta sui gay sarà accolta come una sugli juventini che rubano, sui genovesi tirati e sulle donne che hanno l'emicrania.
Quando ci potremo scherzare, sarà la fine dell'omofobia.
http://francescodicri.blogspot.it/2017/06/orgoglio-nel-gridarlo.html
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