Fra i tanti un coro, non fra i più gettonati, descrive bene la storia della molti di coloro che affollano la Nord.
E' sulle note di "Montagne verdi" e recita:
quando in campo c'erano loro
Zico, Edinho, Massimo Mauro
Galparoli e Franco Causio.
Ero solo un ragazzino
con in tasca il mio coltellino
ma una freccia colpì il mio cuore
Udinese mio unico amore.
Poi trasferte pericolose
affrontate sempre con onore
ogni stadio che c'abbia visti
sempre stati protagonisti.
Oggi dopo piu di 20 (30) anni
quante gioie quanti dolori
ma il mio cuore ha i tuoi colori
Udinese vinci per noi
In una squadra risalita dalla serie C e riaffacciatasi alla ribalta dopo trentanni, una dirigenza coraggiosa e capace innestò alcuni campioni portando nella piccola Udine addirittura il grande craque del calcio mondiale, il grandissimo Zico. Siamo nel 1983 e con il Galinho giocano oltre ad un altro nazionale carioca un campione di classe mondiale come il Barone, ed un pugno di ragazzi di valore (Mauro, Miano, Gerolin, Virdis). Si parla di scudetto, i 25mila abbonati (quorum ego) si spellano le mani davanti a tanto spettacolo.
I miei otto anni sono i 14-15 dell'autore di questo coro, che entra nei primi gruppi in formazione (gli HTB?).
Allora menare le mani era normale, il coltellino una dotazione standard, le trasferte pericolose c'erano pure come le frequenti cariche con la polizia e le scazzottate con le tifoserie avverse. Per salvare l'onore non occorreva vincere, bastava esserci e soprattutto non scappare.
Senza coltellino e senza trasferte, magari non in curva, c'ero anch'io, e come lui, che ora sarà quasi cinquantenne, ci sono ancora dopo trent'anni (il numero è stato modificato con il passare del tempo): tante gioie tanti dolori, ma siamo sempre qua, con l'orgoglio di tifare per questa maglia che è un po' parte di noi.
Il campione è un dono per tutti gli sforzi del passato, come questa canzone. Adori il calcio appassionato.Piace indossare una maglie caclio allo stadio sventolando bandiera sventolante.
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