di Giorgio Bassani
Il narratore-alter ego anche qui è un giovane ebreo studente in lettere, non sappiamo se si chiami Giorgio pure lui.
La trama si dipana in tre tempi. Nel primo di descrive la vita a Ferrara dello stimato medico Athos Fadigati viene descritta nella sua piena integrazione nella ricca borghesia della città, ove il successo professionale ed il comportamento riservato distolgono sguardi altrimenti occhiuti dalla sua presunta omosessualità.
Dopo un intermezzo nel quale, complici le trasferte ferroviarie a Bologna, entra in contatto con il narratore ed il gruppo dei suoi coetanei, la scena si trasferisce a Riccione, dove la relazione con uno dei giovani (poi finita male) desta scandalo ed una reazione di rigetto del suo ambiente di riferimento.
Nasce una sorta di amicizia tra Fadigati e il narratore, colpito dal dramma della solitudine del primo, mentre la vicenda si incrocia con l'arrivo delle leggi razziali (sono entrambi ebrei).
Nel mentre il narratore si scopre l'unico a presentire il baratro verso cui ci si sta rivolgendo, il medico pone fine alle sue sofferenze con il suicidio.
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