sabato 11 novembre 2023

Valori in ribasso

In un'idea inscritta in modo inscalfibile nel mio modo di pensare, credo comune a quello della mia generazione, due erano le prerogative personali che maggiormente rendevano meritevoli di stima e buona reputazione.
La prima era l'intelligenza, la seconda la cultura.
Entrambe oggi le sento nominare sempre meno, sostituite da più moderni "valori" capaci di connotare una persona considerata.
La capacità di comprendere le cose oltre le immediate apparenze, di ricercare connessioni, gli universali sembra svalutata dal gran numero di soluzioni precostituite che la rete mette a disposizione: l'unica fatica è scegliere a chi delegare oggi la comprensione di quello che accade. Piuttosto va sempre più di moda l'abilità nel ricercare la nicchia nel quale massimizzare il proprio interesse, del tutto rispettabile quando non diventa miope furbizia da free rider.
Le persone più considerate sono quelle capace di coinvolgere, determinate, dotate di leadership piuttosto che di talento o fantasia: molto raro sentire una frase tipo "però, quello è veramente intelligente!".
Per quanto riguarda la cultura, non parliamone nemmeno.
Per un teenager la virtù di uno che ha letto molti libri, che padroneggia una disciplina, che è in grano di interconnettere grazie alle sue conoscenze ambiti cognitivi diversi, è vista probabilmente alla stregua di come noi consideriamo le capacità guaritive di uno sciamano. 
Il lavoro intellettuale perde in considerazione, i libri sono un oggetto per boomer, l'approfondimento lascia spazio ai riassuntini e alle infografiche.
Aumenta la complessità, si svaluta la capacità di affrontarla.
Non mi ci ritrovo tanto, mi sa che è ora di passare la mano. 

venerdì 3 novembre 2023

Spettacolo: no grazie

Giornalista, tifoso viola, apprezzato opinionista in uno dei "filo diretto" su radio sportiva, Stefano Cecchi è ogni volta sommerso dagli attestati di stima dei veri amanti del calcio di una volta.

Difficile per lui parlare prima di Juve- Fiorentina: ma è uno che ne esce alla grande, rispondendo alla domanda "chi in attacco per la Juve, tra i 4 a disposizione?" così: "Gatti centravanti e Rugani alle sue spalle".

Il suo pensiero sommamente condivisibile è tuttavia condensato dalla risposta successiva.

"...se vuole lo spettacolo le consiglio un bel cinema... il calcio non deve dare spettacolo, ma la felicità".



L'altra faccia della medaglia

Purtroppo è sempre il calcio ad offrire gli esempi negativi.

Allontanato Sottil al culmine di una situazione tanto insostenibile quanto legata a responsabilità altrui, viene richiamata una vecchia conoscenza, l'ultima cui si sarebbe rivolto il permaloso tifoso friulano.

Dopo un esordio che ha fatto balenare qualche speranza a Monza, ecco arrivare la Coppa Italia, ormai non più considerata un allenamento per le seconde schiere ma un vero intralcio.

Normale vedere le riserve e qualche giovane, prevedibile pensare che una trasferta perdente a Milano non fosse nei desiderata; ma se la sconfitta viene perseguita con pervicacia, precludendosi volontariamente ogni possibilità di vincere, allora non è più sport, non c'è rispetto nè per i tifosi nè per il club.

Mi unisco al coro: "meritiamo di più".