sabato 31 dicembre 2016

La speranza è l'ultima a morire...

...ma alla fine muore, diceva la vignetta di Altan sull'ultimo numero dell'Espresso.
In un anno caratterizzato dai molti lutti, la speranza che il declino del nostro modo di vivere non sia inarrestabile rischia di essere la vera e più grande vittima.
A mezzanotte ci faremo come al solito gli auguri di un anno migliore.
Sembra facile, visto quello ultimo scorso, ma la mente ricorda l'identico pensiero, un anno fa...

domenica 25 dicembre 2016

Eroi d'infanzia, ma non solo


Quand'ero piccolo, si faceva un gran parlare di Andrej Sakharov, già importante fisico "padre della bomba H", poi premio Nobel quale esponente più in vista della dissidenza sovietica.
Il Parlamento europeo ha istituito Il Premio Sakharov per la libertà di pensiero, un riconoscimento assegnato annualmente allo scopo di premiare personalità od organizzazioni che abbiano dedicato la loro vita alla difesa dei diritti umani e delle libertà individuali.
A parte questo, Sakharov è del tutto dimenticato nella pubblicistica e anche nei vari "Pantheon" dei movimenti e delle personalità in voga.
In me invece è ben distinto il ricordo di quella volta che udii evocare il suo nome, la sua esperienza, la sua vita, come personificazione della virtù dell'onestà intellettuale.
Virtù di cui appresi l'esistenza in quell'occasione, e che ho da allora sempre ammirato e cercato nel mio piccolo di perseguire, come fra le più importanti di una persona.  

Ancora sui social

Quanta ragione ha Emma Bonino quando sull'espresso spiega perchè non usa Twitter e affini «che hanno certo aspetti positivi ma rappresentano uno dei drammi formativi più pericolosi del nostro tempo: la negazione della complessità»!

Fini nobili, riuscita drammatica

In questo articolo il giornalista Nicola Porro, uno che quando scende nei dettagli, per autocompiacimento e pigrizia prende spesso topiche solenni, dimostra di aver colto l'essenziale del problema tra pubblico e privato nel nostro Paese:

(I politici...)  Per combattere l’evasione, hanno reso la vita impossibile agli onesti. Per combattere l’inquinamento trattano la bottega artigiana come l’Eni. Per combattere il lavoro nero, scrivono norme come quella sul caporalato, che produrranno contenziosi micidiali. Gli obiettivi sono sempre nobili. È il principio che è assurdo. Per colpire pochi casi, ma degni di cronaca, si incasina la vita a tutti.

sabato 24 dicembre 2016

Svolte

C'è un momento nella vita di una generazione in cui le note di una canzone, facciamo "Sarà perchè ti amo" dei Ricchi e poveri, diventano ad una cena di coetanei una cosa che fa emozionare, o forse riflettere, senza un perchè che non sia la presa di coscienza del fatto che stiamo invecchiando.
Del resto il portiere del Milan è nato dopo la nostra laurea.

giovedì 15 dicembre 2016

Un amore così grande

Prima di aprire questo blog condividevo alcune riflessioni calcistiche con alcuni amici colleghi che invariabilmente le subivano senza pensare minimamente ad una replica.



Alcune le ho recuperate qui.

Totò mette dentro il 200mo:
Inviato: lunedì 24 novembre 2014 21:17
Oggetto: In alto i cuori
Ieri grande emozione al Friuli per i veri tifosi bianconeri.L’attesa era stemperata dal parlare d’altro, per ritrosia mista a scaramanzia.
Quando ormai la prima frazione sotto quella che tornerà ad essere la Nord stava per finire senza la solita perla del nostro eroe, gli animi già indugiavano con inquietudine in foschi e preoccupati pensieri: non è che si blocca alle porte del sogno? E se si infortuna? Il nulla prodotto dai dieci onesti pedatori che con lui compongono (dovrebbero comporre) la squadra non aiutava. 
E’ allora che a rompere l’incantesimo ci ha pensato Eupalla, sotto forma di una carambola la cui casualità non sminuisce la bellezza di un gesto tecnico che sublimando rapidità, tecnica e destrezza ha fornito per la speciale occasione il compendio delle doti sensazionali del nostro. 
Tutti i presenti si sono alzati per esultare ancora una volta per l’ennesima magia. L’applauso ha unito ragazzini e tifosi che hanno visto la C, abbonati dai tempi di Zico e i siori dei lounge, cassandre ed inguaribili entusiasti con bicchiere di birra in mano, gli scienziati del “al è mior quant ca non jue Di Nadal” e quelli venuti allo stadio apposta per vedere il suo goal.
Per una volta nessuno ha potuto esimersi dall’ammirazione che purtroppo non è mai diventata l’amore vero e sincero di una città per il suo campione unico.
Un amico, mostrandomi nell’intervallo con orgoglio la ricevuta Snai in cui aveva puntato sula marcatura, l’ha detto chiaramente: “non ci rendiamo conto di che fuoriclasse abbiamo avuto”. 
Gli ho ricordato che nelle nostre ultraventennali elucubrazioni avevamo sempre sognato il campione che diceva no ad una grande e restava con noi, portandoci sempre più in alto. 
E allora non sono le doti tecniche da fuoriclasse assoluto, nè tutti i record che ne fanno l’indiscusso numero uno della storia di una società che ha annoverato almeno altri 5-6 campioni di classe mondiale, tra cui un autentico craque, nè l'incredibile longevità agonistica (152 dei 200 gol segnati dopo i trentanni) a renderlo ai miei occhi eroe inimitabile, ma l'aver voluto incarnare quel sogno. 
 Ho il rimpianto di non aver potuto leggere quale iperbole avrebbe coniato Gianni Brera per cantare le gesta di questo prestipedatore. 
Di certo la sua storia, le sue giocate, i suoi goal raccontano meglio di qualsiasi prosa il calcio nella sua essenza più genuina.
Cari nipoti, se non vi conoscerò, sappiate che quando il numero 10 era indossato da un piccolo grande uomo che con il pallone faceva quello che voleva, io c'ero.




Sconfitta in semifinale di coppa Italia con la Fiore:
Inviato: mercoledì 12 febbraio 2014 16:14
Oggetto: Orgoglio ferito
Un altro giorno dopo in cui l’amarezza toglie le parole.
Come già altre molte volte, nel solco di quello che ormai è il tratto distintivo della nostra storia, la delusione si accoda al senso dell’impresa sfiorata, accarezzata perché a portata di mano e poi sfuggita per errori che inondano i ricordi di “se”.
… se Cappioli avesse segnato…
… se fischiavano il rigore a Pineda…
… se Bertotto metteva quella palla all’ultimo minuto…
… se Zamboni non faceva quel retropassaggio…
… se Domizzi non stendeva Diego…
… se Armero la piazzava… (questa vale per due partite)
… se Di Natale non sbagliava il rigore…
… se il Mago non faceva il cucchiaio…
… se Totò segnava la prima occasione…
Per me partita capolavoro di Guidolin, cosa si può chiedere di più ad un allenatore. Sotto due volte con gol d’autore ma episodici, mette sotto in casa una delle migliori del campionato (pur con assenze di peso), con una squadra che crea 6 occasioni limpide. Preparazione tecnico tattico mentale perfetta.
Tanto per rimestare in quel rimpianto e nell’orgoglio ferito…

A corredo di un Udinese - Napoli del 2014:
Inviato: lunedì 22 settembre 2014 22:43
Oggetto: totalmente dipendente


Gravi indizi di declino per la scombinata combriccola divisa dal fiume fiancheggiato dai tigli.
Alla terza di campionato ancora nessuna traccia del pippone del lunedì del Ciccio.
Il sottoscritto viene a conoscenza al volgere del venerdì pomeriggio che l'indomani si gioca Milan-Juventus, in altri tempi leit motiv di un paio di settimane di preparazione. 

Il Pito latita nell'organizzazione della cena programmata da inizio estate, incorrendo nelle ire di Schumacher che lo affronta manco fosse Manuel Amoros.

Il biondino con la camicia di fuori che tanto piace ai Malandrini tace in evidente crisi circa la propria scelta eterosessuale.

Il Branca al solito gigioneggia esibendo la sua conoscenza dei risultati del Rovigo Calcio.
Il Mancio si arrovella su un foglio di calcolo elaborato per dimostrare che tanta inedia nel cazzeggio è frutto di operosità accertativa e si rifletterà in un miglioramento dello step di settembre, ma dal quale emerge invariabilmente che facciamo cagare.
Al Friuli intanto il calcio diventa questo sconosciuto. Dovendo scegliere fra la presunzione di Don Rafaè ed il nulla proposto dai nostri, ma con umiltà da autentici sotans, Eupalla non poteva orientarsi diversamente. Per il tifoso medio la clamorosa involuzione tecnica diventa funambolica occasione per addossarne la colpa al Guido colpevole di difensivismo trasmesso per via ereditaria. Con Totò a secco da 120 minuti già si agitano i fini intenditori che lo vedono unico ostacolo per la corsa scudetto di uno squadrone frenato solo dalla sua zavorra. Del resto la partita è ormai uno stanco contorno nell'attesa che parta il coro TOTALMENTE DIPENDENTE, unica vera attrazione par un popul ca non vueli sparì. Spazio all'attesa spasmodica di un cenno con la mano del vice allenatore più acclamato della storia, che si guadagna la pagnotta con una espulsione al novantesimo da vero capopolo. Nel frattempo allignano le illazioni sul culo (metaforico) di Strama, discusso quasi alla pari di quello (reale) del biondino di cui sopra. 
Chi vivrà vedrà, si spera anche tre passaggi di fila.



Dopo un Udinese Atalanta:
Inviato: mercoledì 29 ottobre 2014 15:59
Oggetto: Sognare ad occhi aperti



Qualche volta si può, anche quando gli anni verdi sono passati da un po’.
Domenica ero allo stadio e dopo la prima mezzora di calcio vero visto quest’anno al Friuli ho accomunato nella mia mente l’atteggiamento volitivo della squadra all’insistente vento che soffiava sulle tribune, sul campo, sul cantiere, accarezzando i mirabili numeri di un piccolo inarrivabile campione.
Il pensiero è corso ad un’altra Udinese – Atalanta, del lontano aprile del 1997, durante la quale la bora spirava così forte che i rinvii dei portieri si alzavano come lunghi campanili. Nella ripresa il nostro condottiero si alzò dalla panchina, mano nel cappotto come un piccolo Napoleone, e disse ai ragazzi di andare all’attacco: “il dio del vento è dalla nostra parte!”. Lo ascoltarono i ragazzi, avanzarono con folate più forti del vento e gliene fecero due. Sotto la Nord esultarono il fromboliere venuto dalla Germania ed il giocoliere brasiliano dalle ossa sottili.

La domenica dopo a Torino, il giorno dell’espulsione del povero Genaux e della nascita della difesa a tre, iniziò la leggenda di quel gruppo che fece la storia, e nelle partite che seguirono mostrò un calcio mai più visto a queste latitudini.

Stasera probabilmente la viola si incaricherà di risvegliarmi dal sogno di rivivere quelle settimane entusiasmanti.

Ma magari una fuga di Muriel, con tiro nell’angolino…

Rievocando l'apice:
Inviato: lunedì 4 febbraio 2013 22:09
Oggetto: La storia siamo noi


Carissimi, facendo seguito all'odierno amarcord non riesco a trattenermi dall'inviarvi documentazione della partita, decisa dal mitico La Forgia, che rappresenta uno degli apici della gloriosa storia friulana.
Con la vittoria ottenuta contro la capoclassifica giocando gran parte della partita in dieci (infortunio del portiere, non c'erano le sostituzioni), ci siamo portati a due punti a quattro giornate dal termine.
Basta leggere la formazione del milan sconfitto per capire che trattasi di storia del calcio
Allego link al filmato e articolo di cronaca del corriere dello sport.
https://www.youtube.com/watch?v=axPlBoux3cs
Di seguito il tabellino

29^ giornata
Domenica 1° maggio 1955
Moretti, Udine

UDINESE vs MILAN 3-2
Reti: 46' Menegotti, 50' Bettini, 52' Vicariotto, 62' La Forgia, 81' Schiaffino

UDINESE: Romano, Zorzi I, Degl'Innocenti, Snidero, Pinardi, Magli, Castaldo, Menegotti, Bettini, Selmosson, La Forgia - All.: Bigogno
MILAN: Buffon, Silvestri, Zagatti, Beraldo, C. Maldini, Fontana, Vicariotto, Schiaffino, Nordahl III, Liedholm, Frignani - All.: Puricelli
Arbitro: Jonni



mercoledì 7 dicembre 2016

I primi bianconeri d'Italia

Sarebbe stato più logico che non entrasse, quella mezza rovesciata di Danilo.
La traversa al 93mo di una partita dominata ma non portata a casa era un'immagine perfetta per descrivere il leit-motiv di una storia, l'arrivare sempre ad un passo dall'impresa.
Abbiamo vinto, a coronamento di una bella festa in cui non le celebrazioni, ma la ritrovata unità fra una squadra e lo stadio hanno ricordato il legame speciale tra questa terra ed il suo simbolo sportivo.

Perfino una coreografia, nella quale dominava una scritta molto azzeccata:

UDINESE CALCIO 1896 - 120 ANNI DI ORGOGLIO, STORIA E TRADIZIONE

L'orgoglio di un popolo:    LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI
Una storia lunga 120 anni: I PRIMI BIANCONERI D'ITALIA                  
Una tradizione di nobiltà:   NON TIFO PER GLI SQUADRONI MA TIFO TE