A simboleggiare il luogo in cui le persone mostrano il peggio di sè.
Ora ci sono i gruppi whatsapp dei genitori.
martedì 12 febbraio 2019
giovedì 10 gennaio 2019
Una piccola cosa che quasi sempre ci si dimentica
... è mettersi dal punto di vista degli altri.
mercoledì 28 novembre 2018
The answer, my friend, is blowing in a storm
Nel campionario di sgrammaticature, strafalcioni, assurdità soprattutto di emerite cazzate che ci hanno offerto i ministri a cinque stelle negli ultimi mesi, assume una luce particolare la presa di posizione del vicepremier Luigi di Maio in merito al suo candidato al comune di Corleone.
Tale Maurizio Pascucci, infatti, si è reso responsabile addirittura di essersi fatto fotografare con il signor Salvatore Provenzano, imparentato con il più noto Bernardo, e di aver dichiarato nell'occasione di voler parlare con i parenti dei mafiosi.
Apriti cielo.
Svelata la notizia da Repubblica, fulmini e tuoni dagli avversari politici, che imputano al M5S evidente mafiosità. Tuoni e fulmini dal capo politico, che scomunica il suo candidato sindaco seduta stante: «Lo Stato deve stare attento a non avvicinarsi mai, neppure con la propria immagine, a quella gente». Espulsione decisa (in realtà non può deciderla, regole alla mano: infatti «Mi sono rivolto ai probiviri e Pascucci merita l'espulsione», tanto per restare in tema di metodo mafioso).
L'utilizzo a fini opposti non toglie che d'accordo si trovi tutto l'arco costituzionale: la foto è scandalosa, il candidato sindaco è un favoreggiatore della mafia.
Chi potrebbe metterlo in discussione?
Un paio di dati di fatto aiuterebbero a inquadrare meglio la vicenda.
Salvatore Provenzano (ha sposato una nipote di Zu Binnu) è incensurato.
Pascucci dichiara che «Con la foto volevamo trasmettere il messaggio che i parenti dei mafiosi che prendono le distanze dai proprio congiunti non possono essere esclusi dalla comunità»
In pratica, ciò che viene imputato a questo Pascucci è di ritenere che le colpe dei padri e degli zii non ricadano sui figli e sui nipoti, che anche a persone che portano certi cognomi debba essere data una possibilità di una vita normale ed onesta.
Ciò che il nostro vicepremier ed i suoi detrattori, e gli haters riuniti della rete tutta non riescono neanche a concepire, evidentemente. E nemmeno il direttore di Repubblica, che pure dovrebbe comprendere bene il peso del cognome nella vita di una persona.
La cosa più sconcertante, tuttavia, è un'altra.
Discernere le situazioni comporta la necessità di informarsi, conoscere, riflettere, comprendere, attività fuori moda in tempi in cui il click è immediato. Molto più semplice, sentita la parola mafia e vista una foto, emettere la propria inappellabile sentenza.
Il dramma della comunicazione pubblica emerge palese ove di fronte ad una situazione complessa che andrebbe spiegata, compresa, si preferisce soprassedere dall'analisi e arrivare alla conclusione più facile, anche se sbagliata.
Dove andremo a finire?
The answer, my friend, is blowing in a storm
giovedì 22 novembre 2018
Lo sport nazionale
E' esprimere giudizi su questioni o fatti che non si conoscono a sufficienza
sabato 17 novembre 2018
Manifesto di un momento storico
I see the bad moon risin'I see trouble on the wayI see earthquakes and lightnin'I see bad times today
giovedì 1 novembre 2018
mercoledì 31 ottobre 2018
Quando il calcio era celeste. L'Uruguay degli invincibili. La prima squadra che dominò il mondo
di Niccolò Mello
Questi testi di Bradipolibri non ambiscono forse di giungere a vette letterarie, ma invogliano l'appassionato a saperne di più (qualche volta a rivivere l'epopea) di campioni di altri tempi.
Da ben prima che la garra charrua trovasse la sua fama per la follia di Daniele Adani, ho sempre ammirato la scuola uruguagia, ritenendo che i celeste interpretino il vero calcio (essendo a loro modo gli italiani del Sudamerica), spesso ho tifato per loro e per la loro capacità di andare oltre i limiti tecnici con la determinazione e l'organizzazione.
Questa della squadra che dominò il calcio negli anni 20 e 30, vincendo prima del mondiale due olimpiadi che all'epoca ne facevano le veci, è una storia poco nota, di campioni di cui si ignora spesso anche il nome. Il flessuoso Andrade, il carismatico capitano Nasazzi, il leggendario Scarone sono sconosciuti o quasi anche per i grandi appassionati di calcio, nella totale assenza di immagini in movimento.
Ripercorrere la loro storia è impresa per la quale l'autore si affida inevitabilmente a fonti di seconda mano e all'aneddotica; oltre allo sforzo, si apprezza la possibilità di aggiungere un piccolo tassello alla conoscenza di questo fantastico gioco.
Tuya, Hector!
domenica 26 agosto 2018
We miss you
Le straordinarie parole di Obama in occasione della morte di McCain sono una lezione sulla nobiltà della politica e sulla grandezza dell'America.
“Con me condivideva la fedeltà a qualcosa di più alto, ovvero agli ideali per cui generazioni di americani e immigrati hanno combattuto, manifestato e fatto sacrificio Condividevamo l’idea che la battaglia politica sia un nobile privilegio, un’opportunità di servire quegli alti ideali in patria, e farli avanzare nel resto del mondo. Vedevamo il nostro paese come il posto dove ogni cosa è possibile, e la cittadinanza come dovere patriottico per assicurare che rimanga tale"
Per inciso McCain era quello che, avversario di Obama per la carica di Potus, impediva ai suoi sostenitori gli attacchi personali.
Per una volta siamo buoni, non facciamo confronti con nessuno.
sabato 25 agosto 2018
Pare veramente che certe cose sembrino scontate solo a me (6)
Ma quand'è che qualcuno chiama a raccolta quelli che, non avendo mai pensato di impegnarsi, ora non ne possono più di questo andazzo?
Pare veramente che certe cose sembrino scontate solo a me (2)
"L'Unione Europea ci lascia soli nell'emergenza".
L'emergenza sarebbe, per un paese di 60 milioni di abitanti, accogliere 150 stranieri.
L'emergenza sarebbe, per un paese di 60 milioni di abitanti, accogliere 150 stranieri.
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