E' morta Ida Magli, sconosciuta ai più. Che cosa è una antropologa (addirittura), del resto?
Mi sono accostato, in via del tutto parziale, alla sua opera dopo averne trovata ampia citazione in Antistoria degli italiani di Giordano Bruno Guerri.
Certi riferimenti mi hanno incuriosito e un giorno, mi trovavo alla Feltrinelli di Largo Torre Argentina, ho comprato il suo "Omaggio agli Italiani. una storia per tradimenti".
Testo che gira intorno ad un paio di straordinarie idee forza, politicamente scorrette, per le quali la storia degli italiani, "fondamento, espressione massima e guida della civiltà occidentale", viene letta come il tentativo reiterato e mai del tutto riuscito di ingabbiare il loro genio, portato avanti soprattutto grazie al tradimento dei loro capi.
Il tutto con gli strumenti, appunto, dell'antropologa.
Che legge i fatti di una storia con gli stessi strumenti con cui guarderebbe il comportamento di un popolo primitivo.
Che li interpreta giungendo a conclusioni sconcertanti nè per il contenuto nè per la forma, ma per il fatto che qualcuno le abbia concepite
Tipo:
"Rimane comunque il fatto il fatto che se molte donne si sono lasciate trascinare dalla bellezza del sogno maschile, vi hanno creduto, vi si sono identificate ed hanno tentato di viverlo, la maggioranza è rimasta invece chiusa nel proprio piccolo mondo, il piccolo mondo di un quotidiano che si rifiutava di assurgere all'universale. Ma se l'avessero capito, se le donne si fossero rese conto che la straordinaria luce dalla quale erano investite era proiettata dai maschi, la storia in occidente sarebbe stata molto diversa".
Oppure:
"I dogmi mariani, l'immensa costruzione edificata attraverso i secoli sul corpo di Maria, segnala l'intensità del "Bisogno" dei maschi che, forti del potere che la teologia ha posto nelle loro mani, ha spinto Papi, Vescovi, Abati, ecclesiastici dei più vari ordini a realizzare nel simbolismo mariano il desiderio fantasmatico omosessuale per eccellenza: essere figli e amanti di una madre non posseduta da nessuno, allontanando fino a cancellarla la figura del padre. (E' lo stesso processo che si sta sviluppando nell'odierna Europa laica: esaltazione degli omosessuali e fine dell'autorità paterna).
Ancora.
"Il pene è strumento di dominio, su tutto e su tutti. Perchè i maschi non hanno mai voluto parlarne? Parlarne per davvero, non attraverso la tabuizzazione trasversale del lazzo osceno? Forse perchè, pur essendo tacitamente considerato la cosa più importante in assoluto, è tuttavia fisicamente "basso" (i concetti alto-basso sono anch'essi correlati al pene), come sono considerate basse tutte le funzioni escretorie, mentre si è ritenuto più dignitoso riferirsi al cuore, anch'esso un motore, come centro simbolico dei valori dell'uomo?.
Affascinato da tanta intelligenza, ne ho ricercata altra in altre sue opere, quelle relative all'argomento che ha affrontato negli ultimi anni: il declino dell'occidente, per opera dei poteri finanziari e della loro costruzione artefatta dell'unione europea come killer dello spirito autentico dell'uomo, impersonato dalla genialità degli Italiani.
Le conclusioni appaiono forse troppo avanzate e troppo forti per essere condivise (comprese?).
Ma...
Ho imparato a fare Antropologia sull’uomo bianco, cioè su noi stessi (come ricordava Giordano); mentre l’antropologia in genere studia gli uomini selvaggi.
Perché ho questo senso, che il metodo antropologico sia un sistema musicale, e che si possano in qualche modo scrivere su un pentagramma i vari tratti culturali di un popolo. Giordano mi ricordava che in enigmistica c’è un sistema di fare i puntini, unendo i quali viene fuori una figura. Bene, io faccio antropologia così, cioè piazzo lì qualche puntino – forse il tratto culturale più importante è quello – poi ne tiro fuori un altro e un altro ancora… Se prende figura, se prende una forma, allora significa che non sto sbagliando. Se non prende figura, cambio puntini.
Io ho fatto antropologia dell’uomo bianco in questo modo, e qualche risultato l’ho avuto, nel senso che credo di conoscere abbastanza bene il mondo del Sacro nostro, non quello dei popoli primitivi. Quindi ho scritto molto sul Cristianesimo, ho scritto un libro su Gesù di cui sono sempre molto contenta, e ho scritto un libro su una santa per la quale quindi sono affine a Giordano. Abbiamo difeso insieme Maria Goretti, battaglie ormai passate.
Soprattuto ho capito che per fare Storia quello che bisogna saper collegare non sono i fatti, non sono le date, ma quello che c’è sotto ai fatti, quello che c’è sotto alle battaglie, alle vittorie, ai sistemi politici; e questo lo storico da sé non lo può raggiungere. Bisogna farlo attraverso questo sistema che io chiamo musicale, che è un sistema antropologico, e dà molta soddisfazione.
Attraverso questi strumenti, veramente si capisce che cosa sia l’Uomo, e cioè la imprevedibilità dell’uomo. Perché lo storico, di solito, si fonda su ciò che è già stato fatto, e non può ovviamente prevedere niente; mentre invece con l’Antropologia è possibile anche prevedere. E mi permetto (dato che l’ha richiamato Giordano) di fare un esempio. Io non sono una visionaria – sono una donna, ma non sono una visionaria; ho scritto un libro contro l’Europa, intitolato proprio così: «Contro l’Europa», quando era una bestemmia parlar male dell’Europa. Era il 1997, non c’era ancora l’euro, la moneta; però era talmente certo che l’Unione europea non si sarebbe mai potuta fare, che ancora adesso, a distanza di tanti anni, tutti si lamentano ancora non è stata fatta l’Unione europea. Cioè esiste solo a tavolino, esiste formalmente, esistono ricche poltrone per i nostri politici; ma l’Unione europea non si è fatta. Ho fatto questo esempio perché veramente io stessa rimango stupita nel vedere quanto l’Unione europea non si possa fare, ancora adesso.
Però io ero partita allora da strumenti antropologici: non avevo nessun motivo per prevedere che l’Unione europea non si sarebbe fatta, se non proprio l’analisi degli strumenti culturali.
Perché ho questo senso, che il metodo antropologico sia un sistema musicale, e che si possano in qualche modo scrivere su un pentagramma i vari tratti culturali di un popolo. Giordano mi ricordava che in enigmistica c’è un sistema di fare i puntini, unendo i quali viene fuori una figura. Bene, io faccio antropologia così, cioè piazzo lì qualche puntino – forse il tratto culturale più importante è quello – poi ne tiro fuori un altro e un altro ancora… Se prende figura, se prende una forma, allora significa che non sto sbagliando. Se non prende figura, cambio puntini.
Io ho fatto antropologia dell’uomo bianco in questo modo, e qualche risultato l’ho avuto, nel senso che credo di conoscere abbastanza bene il mondo del Sacro nostro, non quello dei popoli primitivi. Quindi ho scritto molto sul Cristianesimo, ho scritto un libro su Gesù di cui sono sempre molto contenta, e ho scritto un libro su una santa per la quale quindi sono affine a Giordano. Abbiamo difeso insieme Maria Goretti, battaglie ormai passate.
Soprattuto ho capito che per fare Storia quello che bisogna saper collegare non sono i fatti, non sono le date, ma quello che c’è sotto ai fatti, quello che c’è sotto alle battaglie, alle vittorie, ai sistemi politici; e questo lo storico da sé non lo può raggiungere. Bisogna farlo attraverso questo sistema che io chiamo musicale, che è un sistema antropologico, e dà molta soddisfazione.
Attraverso questi strumenti, veramente si capisce che cosa sia l’Uomo, e cioè la imprevedibilità dell’uomo. Perché lo storico, di solito, si fonda su ciò che è già stato fatto, e non può ovviamente prevedere niente; mentre invece con l’Antropologia è possibile anche prevedere. E mi permetto (dato che l’ha richiamato Giordano) di fare un esempio. Io non sono una visionaria – sono una donna, ma non sono una visionaria; ho scritto un libro contro l’Europa, intitolato proprio così: «Contro l’Europa», quando era una bestemmia parlar male dell’Europa. Era il 1997, non c’era ancora l’euro, la moneta; però era talmente certo che l’Unione europea non si sarebbe mai potuta fare, che ancora adesso, a distanza di tanti anni, tutti si lamentano ancora non è stata fatta l’Unione europea. Cioè esiste solo a tavolino, esiste formalmente, esistono ricche poltrone per i nostri politici; ma l’Unione europea non si è fatta. Ho fatto questo esempio perché veramente io stessa rimango stupita nel vedere quanto l’Unione europea non si possa fare, ancora adesso.
Però io ero partita allora da strumenti antropologici: non avevo nessun motivo per prevedere che l’Unione europea non si sarebbe fatta, se non proprio l’analisi degli strumenti culturali.
Da tanta intelligenza sono ammirato. Ancor più dalla determinazione nel trarre tutte le conseguenze, anche scomode, del proprio libero pensiero.
Del resto:
Questa è la grandezza degli italiani: aver continuato a pensare sempre, a creare sempre, perché soltanto l'intelligenza sa di essere libera, quali che siano le coercizioni esteriori. Sa che la grandezza dell'Uomo è nel pensiero, e sa che c'è sempre almeno un altro uomo che lo afferra e lo trasmette
Guerri ha detto di lei:
Ida Magli non insegna cosa pensare, Ida Magli insegna a pensare.
Gran bell'epitaffio.
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