Bandiera di libertà, scrigno di intelligenza, fabbrica di idee e di cultura.
Casa della democrazia e rifugio degli ultimi.
Tutto questo è Radio radicale, eppure (ma forse per questo) vogliono chiuderla.
Un passaggio dell'intervento di Bordin all'ultimo congresso lo urla chiaramente. Ma vi pare che questi abbiano piacere che ci sia la diretta dal Parlamento, senza mediazione, che emerga chiaro a tutti di che pasta sono fatti?
E tuttavia.
Approfondimenti per tutti i gusti.
Le istituzioni che diventano veramente "casa di vetro".
Il microfono aperto a tutti
I processi.
Radio carcere, ragione di speranza per gli ultimi della società.
Si, trattasi di "un lusso per i buongustai dell'informazione". Di una voce che informa, fa capire, fa pensare. Quanto vale un'idea nuova, una riflessione interessante, un nuovo punto di vista, una volta al giorno, alla settimana?
Per chi abbia una vita intellettuale, è un'opportunità unica e straordinaria (temo che l'ambito soggettivo, così delimitato, lasci poca speranza al successo della campagna per la sopravvivenza).
Ce n'è abbastanza?
Ah già, dimenticavo che al tempo stesso la nostra radio è l'esempio perfetto del servizio pubblico e l'essenza della democrazia, iscritta nel suo fantastico motto (einaudiano) del "conoscere per deliberare".
La democrazia dà fiducia a tutti (anche ai pentastellati), presuppone che diffondendo la conoscenza si prendano le decisioni migliori; e la radio radicale mette il suo microfono al servizio di questo semplice ma straordinario principio.
Che qualcuno voglia intestarsi un simile scempio, potrebbe interessare la psichiatria.
Vabbè, non il "gerarca minore", quello non interessa nemmeno alle zanzare.
Ma che Giuseppe Conte voglia legare il suo nome a questo atto, mi sembra impossibile.
Qualcuno ci dica cosa dobbiamo fare per evitare questa follia.
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